Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Quando, settant’anni orsono, madri e padri costituenti scrissero i principi fondamentali della carta, ben avevano in mente cosa volesse dire la parola guerra, e cosa questa comportasse per le nazioni ed i popoli.

Oggi, nonostante una propaganda subdola che cerchi di spacciare i conflitti come “necessari” o peggio ancora come salvifici per le persone, propaganda che prosegue indisturbata da decenni, il significato della parola guerra è cambiato solo in peggio; chiedete a chi la guerra la vede direttamente, o a chi la vive o l’ha vissuta.

E di fronte alla guerra, ordinata dal dittatore Erdoğan, che è stato amico di tutti i potenti degli altri governi fino al giorno prima, quando la guerra faceva a loro comodo per consolidare od accrescere il loro potere, sentire i distinguo e le dissociazioni e le condanne di questi ultimi fa veramente comprendere quanta ipocrisia ci sia nella gestione del potere.

E quanto poco impegno ci si stato, da parte di tutti noi, a far si che l’attuazione dell’articolo 11, della Costituzione nella sua interezza, del sogno europeo si realizzasse.

Siamo comunque in tempo, numerose sono le voci, oggi come ieri, che fanno sentire la parola pace forte e chiara. Devono solo aumentare di numero, devono venire da tutti .

Facciamo in modo che sia chiaro ciò che vogliamo dai nostri rapprsentanti. Aggiungiamo la nostra, aggiungete la vostra voce, diamoci da fare, alzate il volume.

No alla guerra!